Bitcoin Code Truffa? Opinioni e Recensioni

Bitcoin Code Truffa? Opinioni e Recensioni

Ultimamente si parla molto del metodo “Bitcoin Code”: ma è truffa oppure funziona? Per scoprilo dobbiamo partire dall’inizio, ovvero la criptovaluta del Bitcoin, che non ha niente a che vedere  con il Bitcoin.

Il Bitcoin è l’affare del millennio. Anzi no, il Bitcoin è chiaramente una truffa. Quante volte abbiamo sentito giudizi sulla criptovaluta varata da Satoshi Nakamoto (o chi per lui, visto che con ogni probabilità si tratta di un alias) che non ammettono vie di mezzo?

Come al solito, però, la verità sta proprio nel mezzo. Il Bitcoin e le sue sorelle, ormai diventate quasi 1.500, non sono né l’affare del millennio e neanche una truffa. Sono invece una buona opportunità di guadagno, a patto di sapersi muovere con la circospezione necessaria. Una prudenza la quale deve tenere conto del fatto che si tratta di un’attività di carattere finanziario.

Bitcoin: la finanza tradizionale sta mutando posizione

Sembra averlo compreso anche il sistema finanziario tradizionale, a partire da JP Morgan, la banca statunitense che per bocca del suo CEO, Jamie Dimon, sino a qualche mese fa aveva sonoramente bocciato le divise digitali. Una posizione completamente ribaltata sul finire dell’anno passato, quando in un rapporto dal titolo “Decifrare criptovalute: tecnologia, applicazioni e sfide” la banca ha pubblicamente elogiato la tecnologia blockchain. Cos’è che ha motivato il mutamento di posizione dell’istituto?  In particolare la constatazione che proprio grazie ad essa potrebbero essere finalmente risolti i problemi inerenti alla lentezza e alla sicurezza delle transazioni online.

Una mossa, quella di JP Morgan, che è stata peraltro il prologo ad una ulteriore conversione, quella di Citigroup. Anche questo gruppo bancario aveva speso la sua autorevolezza contro il BTC, mettendo al bando le transazioni portate avanti con le proprie carte di credito.

Queste novità fanno chiaramente capire come le cryptocurrency siano ben lungi dallo scomparire, come predetto da qualcuno e si apprestino anzi a veder riconosciuta in modo sempre più netto la loro funzionalità in un mondo economico sempre più orientato verso le nuove tecnologie.

Proprio per questo continua ad aumentare il numero di coloro che intendono approfittare delle opportunità da esse offerte. Se anche tu vuoi cercare di trarne vantaggio puoi farlo iscrivendoti ad un broker come eToro, il primo in assoluto ad allargare il suo raggio di azione al comparto. Per farlo bastano pochi minuti.

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Bitcoin Code è una truffa?

Come abbiamo ricordato, Bitcoin non è una truffa. Ciò non toglie che molti soggetti stiano cercando di approfittare della corrente di aspettative da esso creato per cercare di guadagnare in modo al minimo improprio.
Basta aprire la nostra casella di posta elettronica per constatare l’arrivo di comunicazioni che invitano senza mezzi termini ad arricchirsi in pochi minuti, guadagnando migliaia di euro senza dover fare assolutamente nulla. Per non parlare di siti strutturati apposta per richiamare l’attenzione di utenti ingenui, vagheggiando anche in questo caso vere e proprie cascate di denaro, pronto solo a riversarsi nelle tasche di chi abbia il coraggio di entrare a far parte del sistema.

Il sistema creato, solitamente, è un classico schema Ponzi, ovvero una catena di Sant’Antonio che dopo essersi trasformata in una bolla scoppierà, travolgendo gli incauti che avranno aderito. Il caso di scuola è quello di OneCoin, sito indiano che appunto prometteva lauti guadagni ai partecipanti. Anch’esso ha raccolto centinaia di milioni di euro promuovendo una fantomatica moneta digitale, prima di essere finalmente messo fuorilegge.

Occorre quindi andarci con i piedi di piombo, in un settore che vive di riflesso su una marea di notizie spesso difficilmente attendibili e verificabili, proprio per la particolare natura delle criptovalute. Non usare il principio di prudenza espone a truffe e alla perdita dei soldi investiti. Basti pensare a quanto sta accadendo intorno a Bitcoin Code, accusato senza mezzi termini da più parti di essere il corrispondente occidentale di OneCoin. Accusa molto forte e circostanziata, nutrita di riscontri oggettivi, a partire da una campagna informativa che sembra il classico specchietto per allodole. Promettere guadagni per migliaia di euro in pochi minuti e senza far nulla, in effetti, non depone a favore della serietà dell’operazione. Andiamo perciò a vedere più nel dettaglio di cosa si tratti.

Bitcoin Code: cos’è?

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Bitcoin Code è in pratica un sito, il quale propone un algoritmo in grado di generare profitti estremamente elevati, resi possibili dalle notevoli oscillazioni delle quotazioni del Bitcoin sui mercati finanziari.

In effetti quello relativo alla volatilità del Bitcoin è un dato reale, se si pensa come la più famosa delle monete digitali sia capace in pochi giorni di passare da rally esaltanti a cadute molto serie. In tal modo i gestori di Bitcoin Code stanno calamitando ingenti risorse, ovvero i soldi loro affidati da incauti investitori di ogni parte del mondo.

Secondo molti esperti di cose finanziarie, questi capitali non saranno mai remunerati e tanto meno restituiti, ma andranno a finire in qualche paradiso fiscale. La cuccagna promessa, insomma, non sarà goduta dagli ingenui che saranno caduti nella trappola, ma dai gestori del sito.

Oltre all’algoritmo, il sistema si baserebbe su un robot, ovvero un software capace di fare trading in automatico sulla base dei parametri indicati.

Anche in questo caso dovrebbe scattare un ulteriore campanello d’allarme, in quanto i robot non funzionano nel trading. Un dato che viene spiegato meglio di tante parole dal fatto che i grandi gruppi di investimento del settore pagano milioni di dollari di stipendio agli specialisti che sono chiamati a tradare per loro conto.

Se i robot funzionassero perché regalare soldi a queste persone? Come ben sappiamo, ormai, le aziende sono ben felici di poter sostituire la meccanizzazione al fattore umano, a patto che funzioni. In questo campo, con tutta evidenza, i robot non sono in grado di sostituire l’uomo.

Bitcoin Code: come funziona?

Per capire come funzioni Bitcoin Code, più che alle nozioni di crittografia o relative alla tecnologia blockchain, che sono il corollario degli investimenti in criptovalute, occorre fare riferimento a quelle di psicologia. Partendo magari dai deliranti messaggi che vengono infiocchettati sul sito e presentati alla stregua di testimonianze, in cui persone che si sarebbero iscritte al sito in pochi giorni si sarebbero arricchite ad un tale livello da lasciare il proprio lavoro e trasferirsi in una località esotica.

Tutto molto bello, in apparenza, ma purtroppo la vita reale non funziona così. Il trading sulle criptovalute è una vera e propria attività di carattere finanziario, che presuppone un duro lavoro di preparazione.

Il Copy Trading di eToro

In particolare, è necessario iniziare con la scelta giusta dello strumento con cui portare avanti il proprio commercio, ovvero il broker. In tal senso il nostro consiglio è di rivolgersi ad una piattaforma come eToro, l’operatore di Tel Aviv che è riuscito a calamitare ampi consensi grazie al Copy Trading (o Social Trading), una modalità di investimento estremamente innovativa.

Di cosa si tratta? In pratica chi decida di abbracciare il trading online può farlo prendendo come modello i trader già affermati, ovvero quelli che avranno dato il loro consenso a rendere pubblico il proprio modus operandi. Al trader alle prime armi non resta che andare a vedere quali siano quelli con la più alta percentuale di operazioni andate felicemente in porto e seguirne le orme.

Se anche tu vuoi fare Copy Trading puoi iscriverti alla piattaforma eToro, una operazione che porta via solo pochi minuti, e iniziare ad aprire posizioni sull’asset preferito. Tra i quali ci sono anche le criptovalute, a partire dal Bitcoin, da Ethereum, Ripple e Dash.

Attualmente sono 13 le possibilità in tal senso, con un paniere di prodotti che dovrebbe aumentare nei prossimi mesi.
Come è possibile fare trading sulle monete virtuali? Lo strumento utilizzato è quello dei CFD, acronimo di Contract For Difference, che in pratica non comportano il possesso diretto del bene, ma l’investimento sul sottostante.

Meglio il trading sui CFD

Una modalità che elimina molti rischi e seccature, a partire dal doversi dotare di un wallet, ovvero un portafogli elettronico in cui custodire le monete acquistate. Per chi non sia un esperto di nuove tecnologie può in effetti rivelarsi frustrante, oltre a comportare il rischio di attacchi informatici che potrebbero portare alla sottrazione delle monete acquisite.

Occorre peraltro specificare che l’investimento sui CFD di cryptocurrency è molto meno rischioso. Se nel caso del possesso diretto occorre trovare il punto di ingresso giusto e attendere che la valutazione dell’asset scelto salga al fine di realizzare, in questo caso si può realizzare sia in caso di discesa che di crescita della quotazione.

Si possono cioè aprire posizioni short ove si preveda un calo, o long per quello opposto. Si assume quindi una posizione attiva, cercando di prevedere gli sviluppi nell’arco temporale dell’investimento, invece di subire lo scorrere degli eventi. Ecco perché consigliamo senz’altro questo modo di fare trading.

Bitcoin Code, le opinioni

Per capire come qualcosa non vada in Bitcoin Code, basta fare una rapida ricognizione online, in particolare sui siti che si occupano di divise digitali e sui forum di discussione. La stragrande maggioranza di chi esprime opinioni sul fenomeno non esita ad usare toni molto duri verso l’operazione, ricordando come purtroppo la credulità popolare continui ad essere un dato di fatto difficile da sradicare.

Molti hanno facile gioco a mettere in risalto come il sedicente ideatore dell’algoritmo non esista. Se in Italia si afferma trattarsi di un certo Stefano Savarese, ex sviluppatore di software per un’azienda di cui non si fa il nome, in Inghilterra diventa Steve McKay, in Spagna Sergio Marlon, in Germania Sven Hegel, in Svezia Stefan Holmqvist e in Norvegia Steffen Madsen!

Altra avvertenza che viene fornita dai tanti critici di Bitcoin Code è relativa alla supposta gratuità del metodo. Non è assolutamente così, chi si iscrive è tenuto a versare un deposito, esattamente come accade quando si apre un account su una piattaforma per il trading online.

Un deposito che peraltro non è esattamente basso, trattandosi di 250 euro al minimo. Basti pensare per fare un confronto come eToro (clicca qua per aprire un conto di trading demo gratuito) fissi il deposito minimo a quota 100 euro, per capire come sarebbe molto meglio stare lontani da un sistema che in effetti desta inquietudine.

Bitcoin Code: occorre prudenza

Bitcoin Code è una truffa? Non abbiamo motivi di poterlo dire, in assenza di una sentenza della magistratura. Quello che ci sentiamo di consigliare è di tenersi lontani da questo sistema di trading definito miracoloso dai suoi proponenti.

Il trading vero è una attività seria, nella quale gli utili arrivano solo in capo ad una serie di passaggi ben precisi, un cammino pieno di ostacoli da superare e di competenze da acquisire.

Già a livello comunicativo Bitcoin Code desta perplessità, evocando guadagni straordinari senza alcuna fatica e in archi temporali ristretti. Tutto il contrario di quello che avviene nelle contrattazioni digitalizzate ove, solo per fare un esempio, una tecnica che si dipana in pochi minuti come lo scalping è in grado di procurare utili molto risicati.

Troppi gli aspetti opachi dell’operazione per non destare sospetti. Riportando così alla mente le truffe che nel corso degli ultimi mesi sono state intessute prendendo come pretesto il Bitcoin o facendo riferimento alle Altcoin.

Basti pensare a quanto accaduto con la ICO di Telegram, che è riuscita a rastrellare circa 1,7 miliardi di dollari sui mercati. Quando è diventato chiaro il gigantesco raggiro era ormai troppo tardi.

Occorre quindi predisporsi del necessario senso critico, se proprio si vuole esaminare la proposta di Bitcoin Code. Partendo dal presupposto che non esistono attività in grado di procurare decine di migliaia di euro in poche ore e senza fare nulla. Se fosse così, saremmo tutti su qualche spiaggia di località esotiche a goderci le bellezze della vita, invece di dover lavorare per il nostro sostentamento.

Meglio i CFD

Il consiglio che ci sentiamo di dare a chi invece abbia voglia di sfruttare l’ondata di entusiasmo sollevato dalle monete virtuali, è quello di rivolgersi al vero trading sul comparto, quello proposto dalle piattaforme serie.

Come ad esempio OBRinvest, broker che ha saputo affermarsi proponendo dosi robuste di sicurezza e servizi di qualità ai propri utenti. Per iscriversi alla piattaforma basta seguire una procedura molto semplice, al termine della quale si può senz’altro iniziare a tradare anche sulle criptovalute.

Una scelta fatta da un numero sempre maggiore di utenti che in OBRinvest hanno trovato un interlocutore estremamente serio e in grado di consentire un trading di livello. Perché non provare questa strada?